

Alla consolazione delle carezze o della sua presenza, all’eco delle parole o alla premura di uno sguardo, Abelardo invia all’amico malato e invocante aiuto la sua Historia calamitatum mearum.
Ecco, così il filosofo cura i mali: una sventura per una piaga, un’avversità in cambio di una ferita, una disgrazia per una pustola…
Il corpo è lacero ma l’anima è salva.