Geisternacht

E all’improvviso il sonno ti abbandona. Una notte di spettri ti rapisce. Gli oggetti si animano e un universo di cose insolentemente ti interroga. Clemenza è tutto ciò che chiedi e t’affidi agli indifferenti numi della notte perché accolgano la tua preghiera di riposo.

Come un miserabile vaghi nell’oscurità alla quale non sei più abituato, corrotto come sei dal divino chiarore del giorno. Un utero è la notte in cui inesorabilmente sprofondi. Intollerabile è anche il nefasto silenzio che ora ti schiaccia contro il muro del tempo immobile. Un orribile sepolcro ti sembra il tuo infedele giaciglio e nemmeno ricordi più cos’eri prima di ridurti all’impotente larva in cui ti sei trasformato.

Dev’essere stato un insonne il Gregor Samsa di Kafka prima di prendere le tumefatte sembianze di un insetto, pensi con le lacrime agli occhi.

Ma come d’incanto, un raggio di sole filtra tra le spesse coltri delle tende. E con una bestemmia e uno sputo l’accogli.

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