Die Zauberflöte

Schopenhauer costruisce la sua filosofia della musica zufolando arie di Rossini. Il flauto che ogni mattina porta alle labbra è il suo principium individuationis.

La distanza ascetica che nelle estasi i santi ponevano tra le visioni e il loro corpo, Schopenhauer la misura tra la musica assoluta del suo strumento e gli intollerabili gorgheggi dei cantanti d’opera.

Il mondo si espande dalla colonna d’aria che vibra nel suo flauto per infrangersi, con tutto il resto, sulle sue pareti di casa. Wille und Vorstellung, volontà e rappresentazione, ondeggiano in bilico sui pentagrammi dello spartito aperto davanti ai suoi occhi.

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