In spiaggia #10

Una maliziosa risata invade il fresco riposto che sulla spiaggia ho scelto per soddisfare il sonno ozioso inflittomi dalla noia e dall’età.
Il risveglio della curiosità mi costringe a inforcare gli occhiali da sole e a ispezionare la stretta lingua di sabbia in cerca di quella illusione acustica che un attimo prima mi era sembrato giungere dalla confusa foschia dei miei sogni.

Una donna, alla quale la chirurgia ha restituito qualche anno e donato un seno dall’evidente vigore giovanile, è proprio qui a poche spanne da me. Telefona allegramente e, senza cogliere il disagio che le sue manfrine hanno procurato al mio repentino risveglio, fa gincana sulla breve pista sabbiosa che mi passa accanto.

La perfetta abbronzatura, che come un abito haute couture si stende sulla sua pelle, sembra conquistata superando con successo i difficili traguardi di un rigoroso curricolo accademico. Ripetutamente passa il pettine delle dita nei crini biondi che brillano alle sferzate del sole e trattengono l’afoso zefiro che ora arriva chi sa da dove. Non vi è obiezione, il chirurgo plastico, un preraffaellita, ha scolpito il Magnificat del suo corpo con geometrica simmetria e straordinaria abilità di bisturi. E lei, tronfia dei mie sguardi, ostenta le sue forme armoniose con sprezzante sicumera.

Il corpo di questa silfide, chiedo a me stesso adesso che lei mi è ancora più vicina, sarà la cattedrale del vizio e di innominabili piaceri erotici oppure il santuario di uno spirito timorato e tremebondo di passione religiosa? La sua vita sarà umilmente devota alle polverose felicità coniugali oppure annegherà in un infernale ed eterno stadio estetico come quello dal quale Kierkegaard si sforzò di sottrarsi dopo aver allontanato da sé l’innocente Regine?

Benché mi affanni, non trovo risposte. Cosicché rinuncio a ogni altra riflessione e mi umilio nella conta dei suoi passi leggeri che si allontanano dal mio giaciglio accompagnati da un timido e solenne Kyrie eleison.

2 Commenti

  1. Ah, le silfidi delicate creature nordiche. Chi può dimenticare quella eterea di Grieg, col suo tema saltellante e gioioso. Le tizie marine, rifatte, puzzolenti al sole, più che silfidi son sifilitiche… E in questo ragionar il cor si calma, e si ripiglia ..

    • Oh, mio dio, Girolamo, le silfidi sifilitiche e puzzolenti.
      In quanto a desolazione stai messo peggio di me. E meno male che “in questo ragionar il cor si calma e si ripiglia”.

      Grazie per avermi dedicato una lettura.

      Ti abbraccio forte
      Vincenzo LIGUORI

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